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Insieme ad EMERGENCY all’insegna di valori come la cura delle persone e della Terra.

Intervista ad Emergency sul senso di realizzare insieme prodotti alimentari caratteristici del nostro Mediterraneo

EMERGENCY è sinonimo di cura e umanità sempre e dovunque. Avete inviato ambulanze e staff nelle zone più vicine al terremoto che il 24 giugno ha colpito l’area sudest dell’Afghanistan provocando centinaia di morti e feriti. Siete presenti in otto paesi diversi con strutture ospedaliere realizzate con criteri architettonici rispettosi delle architetture locali e soprattutto con attenzione alla loro sostenibilità ambientale. I materiali edili utilizzati sono locali e le costruzioni impiegano il lavoro della popolazione locale. E ora, o meglio da un po’ di anni, siete attivi nel nostro paese con il progetto Italia. Nonostante sia un diritto riconosciuto, anche in Italia il diritto alla cura è di frequente un diritto disatteso: migranti, stranieri, poveri spesso non hanno accesso alle cure di cui hanno bisogno per scarsa conoscenza dei propri diritti, difficoltà linguistiche, incapacità a muoversi all’interno di un sistema sanitario complesso.
E poi c’è il nostro incontro. La parola che ci unisce è cura. Noi abbiamo a cura la salute delle persone in modo meno diretto. Realizziamo prodotti bio che evitano l’utilizzo di qualsiasi veleno. La nostra attenzione è rivolta alla cura della terra. Cura e non sfruttamento mettendo al centro il tema dei diritti. I diritti delle persone che lavorano la terra ma anche il diritto a un buon cibo sano e accessibile. Ma tutto questo doveva essere una premessa all’intervista.
 
Perché avete pensato a Good Land per dare l’avvio alla realizzazione di prodotti alimentari che sono caratteristici del nostro Mediterraneo, territori spesso fragili?
 
Abbiamo pensato di conoscere meglio la realtà di Good Land perché abbiamo riconosciuto un modo comune di pensare alla cura e al benessere delle persone, delle comunità e dei territori: un prodotto alimentare di qualità è alla base di uno stile di vita sano. Ancora meglio se tutta la filiera produttiva garantisce i migliori standard di qualità del prodotto e valorizza il lavoro e la passione delle persone che lavorano e partecipano a tutto.
 
Quale è la progettualità per il futuro che potremmo portare avanti insieme riguardo al concetto di cura, laddove per noi il significato del cibo include comunità e territori?
 
La possibilità di estendere la collaborazione con Good Land anche nei luoghi in cui siamo presenti con i nostri progetti e far in modo di sensibilizzare il pubblico attraverso acquisti consapevoli per sostenere le comunità e i territori.
 
Quali sono le vostre aspettative? Pensate possibile dare vita a prodotti alimentari, esempi possono essere lo zafferano o il caffè, per creare vicinanza o opportunità per le comunità in quei Paesi dove siete presenti?
 
A lungo termine ciò che intendiamo perseguire è un progetto che metta in rete produttori che collaborino insieme, la cui azione abbia un impatto socio-economico positivo anche in territori difficili come l’Afghanistan e Sudan. L’idea è poi quella di offrire tali prodotti, unici da tutti i punti di vista, al pubblico italiano. Un modo per creare vicinanza.
 
Intervista a cura di Rita Brugnara