Il 13 marzo si è tenuta un’assemblea pubblica dal titolo Un’altra PAC è possibile.
L’introduzione è stata a cura di Eleonora Evi, eurodeputata Gruppo Verdi/ALE con la moderazione di Rossella Muroni, vicepresidente della Commissione Ambiente Camera. Lucio Cavazzoni, presidente di Good Land ha introdotto il dibattito.
Trai gli intervenuti: Luigi Ciotti Presidente di Libera, Luciana Castellina della task force Natura e lavoro, Famiano Crucianelli del Biodistretto della Via Amerina, Damiano Di Simine portavoce di Cambiamo Agricoltura.
E’ stato un incontro importante perché sono emersi tanti aspetti legati all’agricoltura intensiva che coinvolgono la vita e la salute di tutti noi.
Complesso riassumere le tante voci ma anche singoli frammenti aiutano a farsi un’idea di quanto sta accadendo in un ambito, quello dell’agricoltura, che mai come oggi è l’ambito chiave per proteggere l’ambiente.
Alcuni dei contenuti trattati:
Polveri sottili. Sostanze come l’azoto presente nei fertilizzanti chimici e nelle deiezioni degli allevamenti intensivi si liberano nell’aria sotto forma di polveri sottili che respiriamo. I nitrati, sempre composti dell’azoto, finiscono nelle falde acquifere e nell’acqua che beviamo.
Alberi. Necessario piantarli ovunque perché assorbono l’anidride carbonica e contrastano la perdita di biodiversità.
Crisi ecologica. L’agricoltura deve avere un ruolo centrale nel Green Deal europeo. Non si può fare green deal senza transizione agro-ecologica.
Tecnologia e agricoltura di precisione. Dobbiamo scegliere un cambio di modello che chiede più conoscenza. Le nuove tecnologie devono servire anzitutto a questo. Necessita inoltre includere il passaggio all’agroecologia e alla piccola agricoltura. E’ importante mobilitare la società civile, ampliare il dibattito.
Grandi lobby e l’agricoltura. La partita non può rimanere nell’ambito agricolo perché c’è troppa disparità di forze. Serve la mobilitazione della cittadinanza. Va calata nei territori. L’economia circolare deve essere il modello: come una pianta con radici profonde.
Natura, agricoltura e lavoro. I giovani tornano all’agricoltura. Non si parla mai di agricoltura nella transizione ecologica. Il lavoro del contadino ha un’immagine antica. Serve un’immagine contemporanea. L’agricoltura è il punto chiave della transizione ecologica.
Rotazione delle coltivazioni. Nella nuova PAC non se ne fa riferimento. Le rotazioni rigenerano la terra.
Esemplarità. In Danimarca il 90% dei pasti nelle scuole sono già biologici.
Etica pubblica. Va difeso l’ambiente perché è bene comune. Gridare con forza che la PAC ad oggi configura un attaccamento conservativo non un cambiamento. La PAC non può prescindere dalla conversione ecologica. Dice Papa Francesco che il cambiamento nasce da dentro di noi, cittadini responsabili. L’alternativa ecologica deve essere fondata sulla relazione.
Abitare la terra. Ragioniamo per il vivente. Coltivare la terra deve essere sinonimo di abitare la terra. La terra non è un mezzo da sfruttare, una parte banale del processo produttivo ma un luogo dove vivere.
Beni comuni. Fertilità della terra e biodiversità sono beni comuni che gli agricoltori producono per tutti. Il 35% del bilancio europeo purtroppo oggi viene utilizzato per sostenere allevamenti intensivi e monoculture inquinanti, utilizzazione di risorse inaccettabile.
Solo il 2,7% dei fondi europei è dedicato al’agricoltura biologica, una percentuale inaccettabile.
Pesticidi. Non sappiamo quanti pesticidi siano venduti in Europa perché le aziende che li vendono non hanno l’obbligo di dichiararlo.
Biodiversità. Nelle campagne italiane negli ultimi 20 anni sono scomparsi il 70% degli uccelli.
ESSERE RADICALI è l’appello di Martina Comparelli, portavoce di Fridays for future di Milano che ha proposto il ritiro della PAC.
Photo di Christian Cristoforetti
Un’altra PAC è possibile
Il 13 marzo si è tenuta un’assemblea pubblica dal titolo Un’altra PAC è possibile. L’introduzione è stata a cura di Eleonora Evi, eurodeputata Gruppo Verdi/ALE, la moderazione di Rossella Muroni, vicepresidente della Commissione Ambiente Camera, l’introduzione di Lucio Cavazzoni, presidente di Good Land.
