“ Il cibo può essere una cosa rivoluzionaria per rilanciare l’artigianalità, la territorialità e il ruolo fondamentale dell’uomo per il mantenimento della terra, e la cura dell’ecosistema. Il paesaggio rischia di scomparire se non si avrà considerazione anche del suo elemento estetico e naturalistico, oltre che di salubrità.
L’agricoltura industrializzata non è bella, non è piacevole, non è fruibile o visitabile.
Le coltivazioni intensive non permettono agli olivi di invecchiare, ai meli di sviluppare la loro chioma rotonda – circolare, non è un caso! – e a ogni pianta di sviluppare la propria forma originaria. Con le piante secolari si innesta una relazione ma di cosa si nutre lo spirito guardando un olivo nanizzato? Lo abbracceresti? Ti senti parte di questo?”
Leggi l’intervista:
https://www.innesti.com/5-est-etica/unidea-di-agroecologia-la-buona-terra-e-la-bella-terra/
photo: Paolo Panzera
Un’idea di agroecologia: la buona terra è la bella terra.
Conversazione con Lucio Cavazzoni, presidente di Good Land pubblicata su N°5 EST -ETICA di Martina Liverani powered by CAVIRO
